Il western secondo Sergio Sollima

Il western italiano, che ha riscosso un grande successo di pubblico negli anni ’60 e ’70 per poi scomparire dalle sale cinematografiche, è stato oggetto, a partire dagli anni ’90, di crescente attenzione critica e cinefila, come dimostrano anche le citazioni presenti in alcuni film hollywoodiani di largo seguito. Numerosi sono gli studi dedicati a quello che è stato definito “spaghetti-western” ma si tratta per lo più di panoramiche generali, ad eccezione delle monografie su Sergio Leone. Questo libro si propone di esaminare in modo storico-critico il peculiare approccio al genere western di Sergio Sollima, prolifico autore di film per il cinema e la televisione, che, nel biennio 1967-68, firma una trilogia composta da La resa dei conti, Faccia a faccia e Corri uomo corri. Il testo si basa in gran parte su una lunga intervista inedita al regista.
Dietro la finzione del West Sollima sviluppa un chiaro e coerente discorso estetico; tra le pieghe del racconto epico fa emergere dilemmi morali, densi di implicazioni sociali e politiche; attraverso il linguaggio mitico-archetipico tratteggia dei personaggi a tutto tondo, dal confronto tra i quali si aprono nuove prospettive, che possono anche caricarsi di istanze spirituali. La visione della vita che traspare da questi film, pur non dimentica della complessità del reale, è incentrata sulla ricerca di una modalità costruttiva dello stare nel mondo. Dal punto di vista figurativo, l’orientamento del regista si rivela nella solarità che permea le atmosfere dei suoi western, oltre che nella capacità di trasmettere il senso degli spazi aperti, delle distanze da percorrere, del rapporto fra l’uomo e l’ambiente naturale. Il percorso che delinea nella sua trilogia è connotato da una particolare cifra espressiva, che riesce a veicolare contenuti complessi attraverso l’immediatezza della narrazione avventurosa

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